Sono figlio di una persona che ha trascorso metà della sua vita su una sedia a rotelle, eppure (o proprio per questo) mentre ritengo urgente l'abbattimento delle barriere che impediscono ai disabili di condurre una vita accettabile, sono contrario alla spettacolarizzazione dell'handicap e di conseguenza alle "Parolimpiadi". In eventi del genere l’enfasi viene posta sulle prestazioni agonistiche di individui particolarmente dotati sul piano atletico (ad esempio Pistorius) accreditando il mito, politicamente corretto ma un po’ ipocrita, del “diversamente abile”, e distogliendo risorse dalla lotta agli ostacoli (fisici, burocratici, legislativi) e ai pregiudizi che nel nostro paese ancora marchiano con uno stigma le persone con uno svantaggio fisico o psichico, che non possano compensarlo con un exploit atletico, come è il caso della maggior parte di loro.