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14 giugno 2011 2 14 /06 /giugno /2011 20:22

 

COSA SI INTENDE PER “ANNI DI PIOMBO”?

L’espressione “anni di piombo” proviene da un eccellente film tedesco del 1981 di Margarethe von Trotta (Die bleierne Zeit), nel quale venivano rievocate le vicende delle sorelle Ensslin, una delle quali, Gudrun, divenne membro di spicco del gruppo di estrema sinistra Rote Armee Fraktion (meglio noto come Banda Baader-Meinhof) e morì insieme a due compagni in circostanze mai del tutto chiarite nel carcere di Stammheim a Stoccarda il 18 ottobre 1977.

“Anni di piombo” è divenuta dunque un’espressione ideologicamente “neutra” per definire un periodo della storia contemporanea caratterizzato dallo scontro armato fra gruppi che si richiamavano in vario modo al marxismo-leninismo e apparati dello Stato. Eviterò così di parlare genericamente di “fenomeno armato”, un eufemismo che maschera male casi non sporadici di esecuzioni sommarie di singoli individui identificati come “avversari” o “simboli” del potere, o addirittura di vendette trasversali di stile mafioso come quella contro il fratello del “pentito” Peci. Eviterò però al tempo stesso di parlare di terrorismo, un termine di impiego comune ma più adatto allo “stragismo” responsabile ad esempio della bomba di piazza Fontana, dell’attentato in piazza della Loggia a Brescia o alla stazione di Bologna. Mentre di queste stragi si ignorano tuttora mandanti ed esecutori, ed i vari sospettati sono sempre stati prosciolti dalle accuse per mancanza di prove, si sa ormai quasi tutto dei gruppi armati di estrema sinistra, che negli anni 70 e oltre sono stati particolarmente attivi in Germania e in Italia, dove il fenomeno ha avuto dimensioni di massa, con migliaia di inquisiti, e vittime celebri, tra le quali il presidente degli industriali tedeschi Schleyer e il presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro.

 

LE CAUSE DEGLI “ANNI DI PIOMBO”

·        Le cause degli “anni di piombo” vanno ricercate nelle agitazioni studentesche della fine degli anni 60. Una minoranza significativa di studenti e operai che militavano nei gruppi della sinistra extra-parlamentare e si riconoscevano nelle posizioni ideologiche del maoismo o del “fuochismo” guevarista non si rassegnò all’idea che la rivoluzione proletaria da loro sognata non fosse realizzabile, si auto-investì del ruolo di avanguardia rivoluzionaria e cercò di “portare l’attacco al cuore dello Stato”, per usare un’espressione tipica della fraseologia delle Brigate Rosse, il più numeroso di questi gruppi in Italia, con quasi mille inquisiti.

·        Una seconda motivazione per il passaggio alla lotta armata fu, per molti militanti di sinistra, la convinzione diffusa che fosse imminente in Italia un colpo di Stato e l’avvento di una dittatura militare o fascista: una convinzione non del tutto infondata dopo il tentativo del governo Tambroni (1960) di coinvolgere l’MSI nella repressione delle lotte operaie, e il fallito piano del generale De Lorenzo nel 1964 di dare pieni poteri all’Arma dei Carabinieri. In quest’ottica si mossero forse i GAP (Gruppi di azione partigiana) dell’editore Giangiacomo Feltrinelli, che trovò la morte su un traliccio di Segrate nel 1972 nel dilettantesco tentativo di causare un black-out elettrico a Milano.

·        Ancora diverse le motivazioni di “Prima Linea”, organizzazione armata resa celebre dal recente film (peraltro inconcludente dal punto di vista dello studio del fenomeno) di Renato De Maria. PL nasce all’interno del gruppo extraparlamentare legale “Lotta continua” e nell’area cosiddetta dell’autonomia operaia, negli anni 1976-77. A differenza delle Brigate Rosse, pratica l’”illegalità di massa” come i cosiddetti “espropri proletari”, ovvero irruzioni di massa in supermercati o altri negozi con prelevamento della merce senza pagare il conto. In Prima Linea confluiranno anche i PAC (Proletari armati per il comunismo) inizialmente specializzati nella “lotta contro la repressione nelle strutture carcerarie”, ai quali apparteneva anche Cesare Battisti, salito recentemente agli onori della cronaca per il “caso” suscitato dalla sua mancata estradizione dal Brasile.

 

 

CHI ERANO I “BRIGATISTI”?

(Uso volutamente questa sineddoche – la parte per il tutto – perché, nella sua imprecisione, evita di connotare i protagonisti di queste vicende positivamente o negativamente, come accadrebbe se li chiamassi “comunisti combattenti” o “terroristi)

 I brigatisti erano uomini (75%) e donne (25%), prevalentemente di età tra i 21 e i 30 anni, provenienti da quasi tutti i ceti sociali, soprattutto operai (654) e studenti (653). Numerosi anche gli impiegati (298), gli insegnanti (174) e i professionisti (152). Molti di loro provenivano dal partito comunista, dai sindacati, ma anche dal mondo cattolico: due capi storici delle BR, Curcio e Semeria, erano credenti e praticanti.

 

UN GIUDIZIO SUGLI ANNI DI PIOMBO

Un giudizio storico sugli “anni di piombo” non può essere che tragicamente negativo: alla delirante valutazione iniziale di una situazione pre-insurrezionale seguì, come su un piano inclinato, una micidiale progressione geometrica di scontri sempre più aspri e infine mortali, che portò al sacrificio di tanti innocenti e alla perdita di un’intera generazione, morta per strada o sepolta viva in galera per un trentennio. Per sconfiggere la lotta armata lo stato dovette adottare la cosiddetta legislazione “emergenziale”, premiando i delatori e istituendo il terribile reato di “concorso morale in atti di terrorismo” in base al quale i membri già carcerati di un’organizzazione si vedevano attribuire anni supplementari di galera per azioni commesse da epigoni sui quali essi non potevano avere nessun controllo.

Se il “pentitismo” riuscì a smantellare la lotta armata in Italia e venne più tardi applicato anche alla lotta contro la mafia, introdusse però delle pericolose crepe nello Stato di diritto, al punto che la Francia di Mitterand riconobbe ai fuoriusciti italiani lo status di “rifugiati politici”. Come ho detto altrove, la soluzione definitiva agli strascichi degli “anni di piombo” resta quella di un’amnistia simile a quella applicata dall’allora ministro della giustizia Togliatti ai fascisti incarcerati durante la resistenza.       

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commenti

M
Ciao!<br /> Sto facendo una ricerca sugli anni di piombo e ho trovato questo articolo abbastanza esaustivo; quali sono le fonti?<br /> Grazie!
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