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30 gennaio 2018 2 30 /01 /gennaio /2018 16:33
AGRINA
Agrina era un'infermiera nata in Albania ma cresciuta in Toscana. Giovane, bella e capricciosa, esercitava il suo potere dispotico sui degenti di Albese. Faceva irruzione nelle camere rimproverando chi era ancora a letto ed invitandolo con mala grazia a farsi la doccia o a cambiarsi la felpa o la tuta.
Quando arrivavi davanti a lei per la "terapia" mattutina non sapevi mai se te l'avrebbe somministrata subita oppure, fatta una lunga fila, non ti avrebbe invitato a ritornare più tardi, o anche mezza prima e mezza dopo. A volte ti chiudeva la porta in faccia e restava per un quarto d'ora a chiacchierarecon una collega.
A pranzo era tra le poche a esigere che si recitasse la preghiera del ringraziamento e a decidere chi dovesse leggerla quel giorno. Quando scelse me e le dissi che ero ateo, rimase chiaramente sbalordita ma non fece commenti. Da quel giorno però perse ogni speranza sul mio destino ultraterreno e mi trattò con fredda cortesia ma anche con crescente distacco.
Non tollerava commenti negativi sui cibi infami che ci venivano serviti e quando una malata, in tono molto civile, obiettò di fronte a un pranzo "vegano" composto unicamente di verdura, la zittì e si sedette accanto a lei, rintuzzando qualsiasi osservazione con il diktat: "A tavola non si parla".
La sua meschinità emergeva soprattutto quando si presentavano da lei i pazienti per firmare un'uscita "in autonomia" (cioè da soli, senza l'accompagnamento di un familiare). Se mancava anche un solo minuto all'ora x li rimandava in camera, e se tardavano anche pochi minuti al ritorno, faceva rapporto al medico facendo sospendere il loro permesso di uscita.
Particolarmente disumano era il modo in cui Agrina trattava la mia amica "bocca bruttissima" di cui vi ho già parlato. A seconda dell'umore, la trascinava a tavola provocando le sue acutissime grida, oppure la ignorava platealmente facendole saltare il pasto. In un'occasione le sentii dire: "Non mi meraviglio che le tue sorelle non ti vogliono più in casa. Senti, io di te non ne posso più. Se vuoi bere, bevi. Se vuoi guarire, vieni a prendere la terapia": Poi voltò le spalle e se ne andò, mentre Maria Maddalena gridava disperata: "Voglio guarire! Voglio guarire".
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  • : Questo blog si occupa di poesia, di politica, di karate. Vi si trova un'eco della mia personale e soggettiva visione del mondo.
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