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30 marzo 2012 5 30 /03 /marzo /2012 17:36

Il Maestro Perlati ci ha dichiarato: "Fikta e Jka Italia possono accordarsi per trovare forme di collaborazione".

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29 marzo 2012 4 29 /03 /marzo /2012 19:16

A precisa domanda del vostro blogger, il Maestro Perlati ha così risposto:

"Caro Sergio, le norme Fikta sono severissime e prevedono:

1) saluto a maestri non affiliati: ammonizione.

2) saluto a maestri giapponesi non affiliati: ammonizione solenne,

3) presenza come osservatori a stage non Fikta e Isi: sospensione da 3 a 6 mesi in relazione alla distanza di osservazione.

4) partecipazione a stage non autorizzati: pene da decidere in base alla durata dell'allenamento...e così via fino ad arrivare all'impalazione sulla via Emilia in caso di doppia affiliazione.

Se vuoi ti posso fare avere l'elenco delle centinaia di provvedimenti disciplinari adottati dalla fondazione della Fikta ad oggi.

Beppe"

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27 marzo 2012 2 27 /03 /marzo /2012 16:11

Caro Giulio,
il libro di tuo padre è bellissimo. L'ho finito di leggere stamane, approfittando dei buchi concessi dal ritmo frenetico della tournée. Recentemente ho letto un saggio di David Bidussa, "Dopo l'ultimo testimone", sul valore, per l'appunto, della testimonianza di seconda generazione nella nostra epoca ormai post post Olocausto. Credo di aver capito, leggendo "L'orologio di Armin", molte cose che non riuscivo ad afferrare a riguardo... E soprattutto, e questo mi pare il regalo più grande, ho finalmente visto dei volti umani, delle persone, delle famiglie con tutto il loro tessuto affettivo e relazionale, dietro i numeri a corredo dei resoconti storiografici.
Mi sono commosso tanto leggendo di Rua Pioppa, la strada modenese dove viveva la tua bisnonna: ci ho abitato anch'io di recente... Conoscevo i posti di cui si parlava (Vienna, fra l'altro, è tra le mie città preferite: sapevo localizzare le zone in cui si muovevano i tuoi magnifici avi)... L'emozione e il senso tremendo di realtà che questo ha comportato sono stati sconvolgenti, del tutto nuovi per me. Non sto a dirti quanto alla fine abbia pianto... Si sentono l'amore e la necessità con cui tuo padre ha scritto ogni riga.
Quello che riesco a riferire ora è del tutto insufficiente, mi rendo conto... Non rende appieno l'idea di ciò che per me ha significato questo tuo "prestito"...
Conto, per quando tornerò a Milano (prestissimo, non temere!) per renderti il libro di riuscire ad essere più efficace... Un senso profondo di gratitudine al momento mi tiene in ostaggio l'eloquenza migliore! Vorrei abbracciare il tuo papà, ecco la verità. Fallo tu per me, ti prego... Quello che ha fatto è molto prezioso, e non solo per te, futuro proprietario dell'orologio...

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26 marzo 2012 1 26 /03 /marzo /2012 21:24

ASD Students’ Karate Club Milano

VERBALE DI ASSEMBLEA STRAORDINARIA

Lunedì 26 marzo 2012 alle ore 20 in Milano, via Polesine, si riunisce l’Assemblea Straordinaria dei soci dell’ASD Students’ Karate Club Milano, con il seguente Ordine del Giorno:

  1. Discussione del protocollo Fikta-Fijlkam e dell’eventuale adesione dello Students Karate Club allo stesso, con conseguente affiliazione alla Fijlkam.
  2. Varie ed eventuali.

Presiede e verbalizza il presidente Sergio Roedner.

Dopo ampia e approfondita discussione, viene messa ai voti e approvata a maggioranza assoluta la seguente mozione:

L’Assemblea dei soci dell’ASD Students Karate Club di Milano ha esaminato e discusso con grande interesse il protocollo d’intesa di cui sopra ed esprime rispetto e gratitudine al Maestro Hiroshi Shirai, al Presidente Gabriele Achilli e al Consiglio Federale per quella che è evidentemente un’iniziativa volta ad offrire nuove opportunità e un riconoscimento ufficiale alle proprie affiliate.

Tuttavia, la missione e lo spirito dello Students Karate Club, fin dalla propria fondazione nel marzo 1975, sono stati di piena e incondizionata adesione al modello di karate offerto dal Maestro Shirai, dal Maestro Kase, dal Maestro Naito e dagli altri Maestri della JKA con i quali abbiamo avuto l’onore e il piacere di venire a contatto.

Lo Students Karate Club ASD non ha mai avuto il minimo interesse per il cosiddetto “karate sportivo” dell’ex-FIK e si è espresso nel 1978 contro l’unificazione. Per puro spirito di obbedienza ha aderito alla Fikda nel 1979 e ha vissuto con estremo disagio i dieci anni di convivenza con il karate sportivo, salutando con estremo favore e sollievo la fondazione della Fikta nel 1989.

 Per queste motivi l’Assemblea dei soci dell’ASD Students’ Karate Club Milano delibera                       di non aderire alla Fijlkam e chiede di conseguenza alla Segreteria Federale della Fikta di non inviare alla Fijlkam i propri tabultati. Auspica infine una ricomposizione della dolorosa lacerazione col gruppo del Maestro Naito e della JKA Italia.  

Alle ore  21, non essendovi altro di dibattere, il Presidente dichiara chiusa l’assemblea.

 Milano, 26 marzo 2012

Il Presidente, Sergio Roedner

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24 marzo 2012 6 24 /03 /marzo /2012 22:57

(da Karate Oggi n. 11, Dicembre 1989)

 

Socrate: - Che ti accade, o Fedone? Perché quel volto afflitto?

Fedone: - Il messaggero arrivò poc’anzi da Delo, trafelato. E mi portò una ferale notizia.

S: - Non tenermi dunque sulle spine, o Fedone. Alla mia età può essere pericoloso.

F: - O Socrate, vorrei confidarmi con te, ma l’angoscia mi stringe la gola.

S: - Dunque io ti interrogherò, e tu rispondimi con un cenno. È forse uscito a spese della collettività il quindicesimo volume dell’enciclopedia di Ascherius: “L’apprendimento degli spostamenti ellissoidali negli atleti di alto, medio e tozzo profilo?”

F: - Non ancora, o Socrate.

S: - È giunta forse la notizia di una nuova gabella che impone di pagare duecentomila sesterzi in vista degli esami dei prossimi cinque anni? Ma con la garanzia della promozione assicurata?

R: - Niente di tutto questo, o Socrate. Ma l’atroce notizia di una lacerazione nuova nel mondo del karatèion. È nata la Fikta.

S: - Sono vecchio, o Fedone, e la memoria comincia a tradirmi. Codesta Fikta – non era nata già dieci anni or sono?

F: - Quella, o maestro, era la Fikda.

S: - Mi correggo: sette anni or sono!

F: - Tu parli della Fikteda, o Socrate.

S: - Tre anni fa…

F: - La Fitak. È proprio dalla Fitak che nasce la Fikta.

S: - E cosa trovi di tanto luttuoso in questo ricorrente gusto per gli anagrammi?

F: - Io vedo andare in fumo l’unità dei praticanti di karatèion, o maestro.

S: - Cosa per intendi tu per unità, o Fedone?

F: - L’operare insieme con gli stessi intenti.

S: - Una lucida definizione che ti fa onore. Ora dimmi però se si può applicare all’amara odissea degli adepti di karatèion, da dieci anni indotti a convivere con dei governanti che si gloriano delle loro medaglie, li vessano con continue tasse e si fanno beffe delle loro giuste richieste?

F: - Ma questo, o Maestro, doveva essere già ben noto a tutti noi quando decidemmo di unirci a loro dieci anni or sono.

S: - Ci abbiamo provato, o Socrate.

F: - E quando se ne andarono per non accettare il parere dei più, e la loro scissione fu benedetta dall’imperatore.

S: - Ci abbiamo riprovato, o Fedone.

F: - Ma a forza di provarci e riprovarci, mi sono quasi convinto anch’io che l’unità è la cosa più importante. Ecco perché la nuova scissione ha provocato in me sconcerto e dolore.

S: - E in me invece gioia e nuova energia. Perché ho speranza che questa sia la volta buona in cui ritroveremo fiducia in noi stessi e, invece di logorarci in dispute e lotte intestine, indosseremo nuovamente la tunica e ci concentreremo sui nostri esercizi fisici e spirituali. Tutti insieme nella…come hai detto che ci chiamiamo?

F: - Fikta, maestro.

S: - Devo scrivermelo su un pezzo di papiro.

 

Povero Socrate! Se vivesse adesso, dovrebbe fare i conti anche con la Fesik, la Fekda, la Fiksda, la Fiks, e la Fedika...

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24 marzo 2012 6 24 /03 /marzo /2012 20:22

(da Yoi n.17, gennaio 1986) 

Socrate: - Da tempo, o Fedro, non ti vedevo così raggiante.

Fedro: - Una grande notizia ho ricevuto poc’anzi, o Socrate.

S: - Tuo nonno, che ti aveva promesso quella villa sul Pireo, è dunque spirato.

F: - Meglio ancora, o Socrate. La nave sacra è giunta stamani da Delo e ha portato la grande novità. L’arte del karatèion è stata ammessa ai Ludi Olimpici e fin dai prossimi giochi i nostri migliori atleti potranno competere e vincere i primi allori.

S: - Dici bene, o Fedro. Accompagnami dunque al mio ginnasio, se nulla di più utile hai da fare, affinché io, ritirati gli arredi e gli strumenti ginnici, lo chiuda definitivamente e vi metta il cartello: “in vendita”. Domani stesso, o Fedro, mi cercherò un’altra occupazione.

F: - O Socrate, se non conoscessi la tua sobrietà, ti direi ubriaco, alle nove del mattino. Ho inteso bene? Il karatèion diventa disciplina olimpica e tu chiudi la tua palestra, la più famosa di Atene e di tutta l’Attica?

S: - Certissimamente, o Fedro, perché non intendo insegnare ai muri.

F: - Socrate, tu parli per enigmi.

S: - Cercherò dunque di essere più chiaro. Appena la notizia che tu mi hai dato con tanta gioia si spargerà per Atene, i migliori allievi delle nostre palestre faranno fagotto e si metteranno in viaggio per Roma.

F: - Perché dici questo? Il Karatèion è disciplina orientale, qui è nata e qui sono i migliori ginnasi, primo fra tutti il tuo, o Socrate.

S: - O Fedro, sei stolto o fingi di esserlo per compiacermi? Sai bene che arruolandosi nell’esercito romano, nella guardia del pretorio o tra i gladiatori, i nostri giovani saranno mantenuti a spese dello Stato, e senza altre preoccupazioni passeranno le giornate in palestra. Ad Atene il karatèion è disciplina dura e ingrata, a Roma redditizia professione.

F:- O Socrate, sospetto che a farti parlare così sia il timore di veder svanire le laute prebende dei tuoi allievi più agiati. Pertanto ritengo i tuoi timori eccessivi e infondati. Per il futuro del karatèion il riconoscimento è importantissimo. Solo così cesserà la corsa dei giovani verso altre discipline olimpiche quali il salto, la lotta, la corsa con i carri.

S: - Forse hai ragione, o Fedro. Ma dimmi: quale Karatèion hanno riconosciuto i saggi di Olimpia?

F: - Che intendi dire, o Socrate? Ci hai sempre insegnato che uno solo è il Karatèion, anche se diversi sono gli stili.

S: - Non celiare, o Fedro. Quello che a Roma con nome imbastardito chiamano Caràtium, e praticano danzando effeminati e coprendosi le mani con cesti da pugili, ben poco assomiglia all’antica arte che appresi da mio padre, e lui dal suo, e che cerco di insegnare ai giovani ateniesi.

F: - Mi pare, o Socrate, che tu indulga a queste sottigliezze per amore di polemica. Non so se il supremo consesso di Olimpia si sia pronunciato per l’una o l’altra forma, ma di certo ha raccomandato  tutte le scuole di unirsi per il bene comune. Ed ha fatto il tuo nome, o Socrate, proponendoti quale “maestro dei maestri”. Questa notizia la tenevo per ultima per rallegrarti e mostrare che i tuoi timori sono infondati.

S: - Sono grato ma non posso accettare. Sono troppo vecchio per imparare a danzare coi cesti e ho troppo pudore per insegnarlo ad altri. Preferisco chiudere il mio ginnasio e cambiare lavoro.

D: - O Socrate, non perderai comunque i tuoi discepoli più fedeli. Io resto con te, maestro.

S: - Mio buon Fedro, tu hai cinquant’anni e da dieci almeno non paghi l’obolo per i miei corsi. E tuo figlio Critone, il mio discepolo migliore, l’unico Greco capace di tener testa al gladiatore Quazzaronius?

F: - Pensavo di mandarlo a Roma fra i pretoriani, per un annetto o due, in vista dei prossimi ludi Olimpici…

 

(In silenzio, Socrate inizia a smantellare la sua palestra, ammucchiando ordinatamente suppellettili e insegne. Fedro fischietta con aria innocente).


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24 marzo 2012 6 24 /03 /marzo /2012 14:11

L'azione con cui un territorio più piccolo entra, volontariamente o meno, a far parte di un territorio più grande, si chiama annessione. Tale fu, ad esempio, l'ingresso di alcuni staterelli dell'Italia centrale nel Regno di Piemonte e Sardegna dopo la fine della seconda guerra di indipendenza. L'annessione fu decisa dai governi ma sancita dal popolo sovrano attraverso un plebiscito (termine ora desueto che equivale a referendum).

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20 marzo 2012 2 20 /03 /marzo /2012 08:15

Opportunamente, Gabriele Mofo ricorda che nel 2008 fiktagroups realizzò un sondaggio sulle opinioni dei tesserati Fikta riguardo ai rapporti con l'altra federazione. Questi furono allora i risultati:

Domanda
Ritieni che i praticanti di karate tradizionale e quelli di karate sportivo dovrebbero confluire in un'unica organizzazione riconosciuta dal CONI?

Risposte

Si', sarebbe un bene perche' ci sarebbe la possibilita' di confrontarci e di usufruire delle agevolazioni del CONI. 4 %

No, stiamo bene come siamo, perseguendo i nostri obiettivi e seguendo la nostra Via che e' diversa da quella del karate sportivo. 57 %

Si', ma in una confederazione che tuteli le due diverse anime del karate. 28 %

Non ho un'opinione chiara a riguardo 0 %

E' un problema della dirigenza federale, non dei praticanti 9 %  

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16 marzo 2012 5 16 /03 /marzo /2012 23:29

Caro Maestro Perlati,

Le mie riflessioni sono state pubblicate, pressochè contemporaneamente, sulla pagina (non so se ufficiale o no) del gruppo Fikta su Facebook; sulla pagina del gruppo Fesika; sul mio blog; e sono infine state inviate alla rivista Karate-do, precisamente proprio alla rubrica delle Sue lettere. Non credo che sia né scorretto né maleducato manifestare la propria opinione, soprattutto quando lo si fa nel massimo rispetto delle persone nominate.

Per quanto riguarda il merito della Sua risposta, un mezzo più rapido per informare gli associati potrebbe essere quello di pubblicare la notizia sul sito della Fikta, proprio come ha fatto dalla Fijlkam, dal quale ho ripreso il testo del protocollo una settimana prima che arrivasse la circolare federale. Si sarebbero evitate così false voci di corridoio su una fusione, voci che io peraltro ho smentito nel mio articolo. Tuttavia l’importanza dell’accordo è innegabile, e confermata proprio dalla fotografia del Maestro Shirai col dottor Pellicone.  Le Sue parole sul fatto che la Fikta non si scioglierà mai e che “non siamo disponibili a compromessi” sono per me, e non solo per me, di grande conforto.

Mi permetto invece di dissentire da Lei quando scrive che “tutte le [mie]considerazioni sulla democrazia sono affermazioni generiche e senza fondamento”. Io mi stavo riferendo ALLA MIA PALESTRA E AI MIEI allievi, che non mi permetterei mai di affiliare ad alcunché senza AVERLI PRIMA CONSULTATI. Non parlavo della Fikta e delle sue regole interne, ma se mai delle sue decisioni che si ripercuotono “a cascata” sulle società che si sono ad essa affiliate con un solo obiettivo preciso, lo studio del Karate-do, che potrebbe benissimo proseguire (ma è una mia opinione personale) anche senza intese col karate sportivo.

Lei mi chiede: “Sarebbe stato meglio che invece della Fikta fosse stata qualche altra organizzazione oppure che all’interno della FIJLKAM avessero istituito un settore tradizionale”? Sinceramente la questione non mi pare di vitale importanza, ma non sono un genio della politica. Avrei preferito ritrovare un’intesa fra tutti coloro che nel nostro paese hanno la stessa idea del karate-do, ma anche qui si tratta solo di gusti.

E’ vero, probabilmente non sono molto umile, ma mi ritengo leale (non ho mai tradito il mio maestro) schietto (evito di dire “oss” per poi sparlare alle spalle del mio interlocutore) e coerente con una certa idea del karate: ho votato contro l’unificazione nel 1978, e se mai ci sarà un’assemblea federale in cui si dovesse prendere una decisione di importanza comparabile (ma Lei mi ha già assicurato di no) stia certo che ci sarò.

Sergio Roedner

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16 marzo 2012 5 16 /03 /marzo /2012 22:35

Caro Sergio,
per quanto riguarda le tue “riflessioni personali sul protocollo FIJLKAM-FIKTA” che appare su questo numero di Karate Do, le... contraddizioni sono evidenti.
Abbiamo inviato una circolare a tutte le Società, con allegato il protocollo, alcuni giorni dopo la firma del documento perché non conosciamo mezzi più rapidi per informare i nostri associati: anche in questo caso sono graditi suggerimenti.
Affermi che non è una fusione per poi dire che è la replica dell’intesa del 1979 quando sai bene che allora ci fu una fusione.
Sai anche che un protocollo deve avere dei contenuti programmatici ma se è chiara la completa autonomia delle due parti, come è stato con la FIAM, non vedo quali problemi potrebbero sorgere.
Non ci sarà nessun obbligo, da entrambe le parti, anche perché il protocollo si riferisce esclusivamente all’affiliazione delle Società FIKTA, del tutto gratuita, e non al tesseramento degli atleti e dei tecnici.
Ho già avuto modo di dire allo stage di kata bunkai, così come ho dichiarato al Presidente della FIJLKAM, che non scioglieremo mai la FIKTA e che non siamo disponibili a compromessi (lo sostengo da sempre: non faremo un rosè mettendo insieme il vino rosso col vino bianco!).
Le due componenti, autonome, potranno trovare dei punti d’incontro e avvicinarsi, così come potranno allontanarsi per attività non condivise.
Caro Sergio, comunica ai tuoi amici, geni della politica, che non ci sono soluzioni facili, che la vita è fatta di scelte e che, come ha detto il buon Don Primo Mazzolari, “a cosa serve avere le mani pulite se le tieni sempre in tasca”.
Ti assicuro che gli anni non sono trascorsi inutilmente e che non siamo degli sprovveduti.
Un po’ di umiltà e di rispetto per chi ha a cuore la FIKTA e il karate italiano farebbe vedere le cose in modo più sereno e si capirebbero i vantaggi che le Società FIKTA avranno in futuro con la firma del protocollo.
Anche tutte le considerazioni sulla democrazia sono affermazioni generiche e senza fondamento.
1) Si tratta di un protocollo che può benissimo essere sottoscritto dal Consiglio di Presidenza sentito il parere dei Consiglieri Federali.
Se si fosse trattato di uno scioglimento, o di altro, sarebbe stata necessaria un’assemblea straordinaria: in questo caso il protocollo verrà sottoposto all’approvazione dell’assemblea ordinaria di Agosto, (non mi risulta che tu abbia partecipato a tante assemblee).
2) Nella circolare è ben specificato che non esiste alcun obbligo di adesione e ciascuna ASD potrà decidere liberamente anche se, a mio parere, chi non aderirà perderà un treno favorevole perché è la prima volta che su un documento ufficiale, la FIKTA risulta essere la Federazione Italiana che disciplina il karate tradizionale.
Sarebbe stato meglio che invece della FIKTA fosse stata qualche altra Organizzazione oppure che all’interno della FIJLKAM avessero istituito un settore tradizionale?
La FIJLKAM ha già diramato a tutti i CONI regionali e provinciali il protocollo a tutto vantaggio per le ASD che aderiranno.
Comunque a quelli che affermano di avere grande stima del Maestro Shirai devo dire che avrebbe dovuto bastare loro la foto del Maestro con il Dott. Pellicone: per me sarebbe stata una garanzia anche se non avessi saputo nulla dell’incontro.
Per quanto riguarda il rapporto con la JKA Italia la frase che hai riportato non è completa (…fino a che non sarà, eventualmente, siglato un protocollo di collaborazione tra la FIKTA e la JKA Italia): stiamo aspettando che si verifichi la seconda parte.
Sorvolo sull’attribuzione dei Dan perché significa che non conosci la procedura.
Proponi gli amici che ti leggono di dare una occhiata su Karate Do a quello che ha scritto il M° Shirai nel suo “manuale” e all’intervista del M° Baleotti: può darsi che vi trovino degli spunti positivi per se stessi.
Accidenti! Ho sempre saputo che vale più una goccia di pratica che un mare di teoria e sono qui seduto a scrivere.
Comunque questa è l’ultima volta che perdo tempo a rispondere a considerazioni e opinioni espresse su siti non ufficiali.
Se ci sono domande, suggerimenti o altro credo che sia più corretto, educato e opportuno presentarli sui siti della FIKTA e solo a quelli risponderò, tenendo presente che la FIKTA parla ufficialmente solo attraverso le circolari ed i comunicati federali.
Adesso ti saluto e vado in palestra (non è come un dojo di Okinawa ma nella mia mente e nel mio cuore è un “dojo” così come lo è la FIKTA).
 

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